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saccolongo, italiA

L'Azienda Agricola​

Nel 1902 dal borgo di Arzignano nella provincia di Vicenza, un ramo della famiglia Giuriolo si trasferisce a Crèola di Saccolongo in Provincia di Padova, e nel settembre del 1905 Domenico Giuriolo, ai piedi dei Colli Euganei, continua la tradizione vitivinicola che da sempre contraddistingue le sue radici.

In quelle terre, tra querce, gelsi e filari di vite, sono nati e cresciuti, oltre alle tre sorelle, anche Angelo, Nello e Ilario, che nella prima generazione in questi nuovi luoghi hanno coltivato e commercializzato i prodotti della loro terra, primo fra tutti il vino.

Oggi Giandomenico, insieme ai suoi figli Enrico e Filippo, continuano la memoria familiare unendo le innovazioni tecnologiche alla tradizione della semplicità contadina, che da sempre ha contraddistinto l’azienda di famiglia promuovendo un prodotto semplice, caratteristico e originale.

I Vigneti

Per ottenere un risultato ottimale nei vini è necessario partire dalle buone tecniche agronomiche del vigneto e il nostro impegno nella loro cura inizia sin dai mesi invernali, con le potature corte manuali per scegliere i migliori capi a frutto e il controllo di stabilità degli impianti a sostegno della futura vegetazione, e continuano in primavera con l’esecuzione di lavorazioni esclusivamente meccaniche per la pulizia dell’interfilare, del sotto fila e della base dei ceppi. Continue operazioni di diradamento dei grappoli, sfogliature e sfemminellature primaverili ed estive sono le tecniche di gestione della vigna utilizzate per cercare quel costante equilibrio che rende le nostre viti un autentico miracolo di questa terra. Le irrorazioni settimanali sono realizzate con prodotti biologici a base di rame e zolfo, secondo la tradizione bordolese, che naturalmente le piogge dilavano evitando potenziali residui dannosi nei mosti e nei vini. Tecniche tradizionali unite alle più moderne attrezzatture, per un controllo agronomico costante, al fine di conservare le uve sane e naturalmente resistenti agli agenti esterni fino all’epoca della vendemmia.

Allevamento

Guyot

In questo metodo di allevamento si tende ad eliminare tutta la vegetazione ad eccezione di un tralcio vecchio di un anno (capo a frutto) e un piccolo sperone, ovvero una porzione di tralcio di dimensioni ridotte, portante due o tre gemme. Il Guyot, come tutti i sistemi di potatura mista, si presta per i vitigni altamente produttivi che fruttificano principalmente sui tralci emessi dalle gemme intermedie del capo a frutto: in questi vitigni la potatura corta (“a sperone”) non garantirebbe un’adeguata produzione a causa della scarsa produttività delle gemme basali. Il numero di gemme di cui si compone il capo a frutto del Guyot varia secondo le condizioni ambientali (fertilità del terreno e disponibilità irrigua) e le potenzialità produttive del vitigno

Cordone speronato

È una forma di allevamento a spalliera in voga nella moderna viticoltura, poichè consente una quasi totale meccanizzazione e una qualità potenziale delle uve elevata. E’ costituito da un fusto alto 70 cm, che si sviluppa orizzontalmente in un cordone permanente di lunghezza variabile in funzione della densità di impianto. Fra i suoi pregi: si adatta bene ai vitigni che presentano una buona fertilità delle prime gemme del tralcio a frutto;semplicità della struttura portante, regolare fittezza d’impianto e quindi produzioni equilibrate; assenza di legature dopo l’entrata in produzione del vigneto; stimolazione quando necessario dell’attività vegetativa; maggiore equilibrio vegeto-produttivo con potatura corta; ottima esposizione fogliare al sole.

Sylvoz

È una forma di allevamento ad archetto, diffusa soprattutto negli ambienti freddo-umidi di pianura, dove i terreni sono fertili e nei quali le coltivazioni esprimono al meglio le loro potenzialità grazie ad una migliore captazione della luce nella parte aerea con benefici sulla fotosintesi, sul grado zuccherino del mosto e sulla differenziazione a fiore delle gemme. Si tratta infatti di un sistema di allevamento a potatura lunga piuttosto espanso, con una bassa densità di piante e che richiede disponibilità idriche e nutrizionali tipiche del nord Italia.

Vigne

Cabernet Sauvignon

Vitigno di origine bordolese, nelle zone del Mèdoc e della Graves, è senz’altro la varietà più rinomata al mondo per la produzione di vini di grande qualità e longevità. Ha grandi capacità di adattamento alle più disperate condizioni climatiche e tecniche di vinificazione, mantenendo le sue caratteristiche di riconoscibilità pur esprimendo perfettamente anche quelle del territorio. E’ in grado di produrre vini intensi già nel coloer, ricchi di tannini e sostanze aromatiche, capaci di lungo invecchiamento; grazie alla grande struttura di questo vitigno, si possono osare lunghe macerazioni e consentono di esprimere nel tempo un bouquet complesso e affascinante. Ha foglia media, pentalobata, e dentellata; grappolo medio piccolo, oblungo, cilindro-piramidale, di buona compattezza, con un’ala spesso evidente; acino di dimensioni medie, quasi rotondo, con buccia molto resistente, blu-nera con sfumature violacee, ricca di pruina.

Merlot

Questo vitigno a bacca nera, il cui nome deriva dalla particolare predilezione che ha il merlo per le sue bacche, è originario della Gironde, nel Sud/Ovest della Francia, e in particolare della zona di Boredaux da cui nascono (in uvaggio con il Cabernet) alcuni dei più prestigiosi vini al mondo. Ha foglia media, pentagonale più o meni spargolo, con una o due ali e peduncolo legnoso di colore rosato; acino medio, rotondo di colore blu-nero con buccia di media consistenza ricoperta da abbondante pruina. I sistemi di allevamento più adatti sono il cordone speronato e il Guyot.

Cabernet Franc

Varietà di origini francesi, nella zona della Gironda, ha foglia media, pentalobata; grappolo medio, piramidale, semi-spargolo, alato; acini generalmente medi, sferoidi, buccia molto resistente, di colore blu-nero, molto pruinosa.

Manzoni Bianco 6.0.13

Il Manzoni Bianco 6.0.13, vitigno autoctono Veneto, nasce dall’incrocio tra Riesling Renano e Pinot Bianco, è oggi coltivato su quasi tutto il territorio nazionale e rientra negli uvaggi di alcuni disciplinari di produzione di zone DOC e zone ad Indicazione geografica tipica, in cui viene vinificato in purezza.
Presenta un grappolo piccolo, conico o cilindrico, spesso con un’ala e mediamente compatto (il peso varia dagli 80 ai 150 grammi).L’acino è medio piccolo, sferico e di colore giallo verde, la buccia è spessa, piuttosto consistente, mediamente pruinosa e dal sapore aromatico.
Per le sue doti di finezza ed eleganza, discreta gradazione e acidità, viene utilizzato per la produzione di vini di notevole qualità: dalla sua vinificazione si ottiene un vino fine e delicato, ma di buon corpo e splendidamente equilibrato.

La Vendemmia

La vendemmia è anch’essa manuale, dove la selezione dei grappoli viene fatta visivamente in modo accurato e attento, per portare in cantina l’uva così come la pianta l’ha maturata. Ogni tipo di cultivar è stata integrata meticolosamente con il territorio, scegliendo la composizione del terreno, la densità d’impianto, le forme di allevamento, ottimizzando sapientemente la selezione delle viti francesi e italiane più adatte per ogni diversa varietà. Un rapido trasporto dei grappoli ancora integri verso la cantina conclude un ciclo che inizia nell’inverno e ci permette di raccogliere una materia prima di qualità che cerchiamo ogni anno di trasformare nei nostri vini.

I Vini

Per ottenere vini di qualità è fondamentale che la vendemmia sia effettuata a mano, per permettere la selezione delle uve da inviare alla cantina, dove la pigiatura è condotta con attrezzature moderne che effettuano un’operazione a basso impatto, con diraspatura e immediato trasferimento del mosto nelle cisterne di acciaio per evitare l’innalzamento delle temperature al di fuori dei recipienti di fermentazione. La vinificazione avviene in modo classico, con una minima solfitazione e una macerazione alcolica che varia a seconda della tipologia di uva e si protrae fino a 15 giorni per i rossi da invecchiamento in legno; essa viene condotta a temperatura controllata per permettere la macerazione lenta al fine di estrarre dalle bucce, in modo più netto, i tannini, il colore e i profumi tipici.

Anche il nostro Manzoni Bianco viene fatto fermentare in cisterne a temperatura controllata, dopo una criomacerazione di 24 ore e la successiva svinatura, procedendo con le tecniche tipiche di fermentazione dei vini bianchi.

Dopo la spinatura per gravità e un numero sufficiente di travasi con pompe a basso impatto, i vini vengono conservati in cisterne di acciaio da 25 e 50Hl per l’affinamento e il successivo imbottigliamento.

Nei nostri vini bianchi, prima della sgrezzatura finale e il riposo invernale, adottiamo la tecnica del battonage in cisterna per rimescolare dolcemente le fecce nobili al vino ed estrarre tutti gli ulteriori profumi fruttati tipici del Manzoni Bianco.

Una piccola quantità del Manzoni Bianco, con le caratteristiche organolettiche corrette diventerà il G9 Inconsueto, e viene fatto riposare nel corso dell’inverno in barrique di rovere da 250l circa, per aumentarne la corposità e la morbidezza e trasformarlo nel nostro prodotto di punta.

Le Stagioni

La vendemmia è anch’essa manuale, dove la selezione dei grappoli viene fatta visivamente in modo accurato e attento, per portare in cantina l’uva così come la pianta l’ha maturata. Ogni tipo di cultivar è stata integrata meticolosamente con il territorio, scegliendo la composizione del terreno, la densità d’impianto, le forme di allevamento, ottimizzando sapientemente la selezione delle viti francesi e italiane più adatte per ogni diversa varietà. Un rapido trasporto dei grappoli ancora integri verso la cantina conclude un ciclo che inizia nell’inverno e ci permette di raccogliere una materia prima di qualità che cerchiamo ogni anno di trasformare nei nostri vini.

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